Le nubi accessorie

Le strutture temporalesche spesso presentano delle formazioni nuvolose caratteristiche in alcuni loro punti, che possono essere molto interessanti dal punto di vista fotografico. Infatti sono proprio le nubi accessorie a rendere fotogenico un temporale, oltre che servire per comprendere meglio l’evoluzione della cella temporalesca.

La shelf cloud

La shelf cloud, o nube a mensola, è una nube accessoria che si trova nella parte anteriore di un temporale, e precede i rovesci di pioggia e grandine. Si presenta appunto come una mensola più o meno arcuata sul bordo avanzante della nube temporalesca, mentre vista leggermente di lato assume una forma a cuneo.

Si forma grazie al vento che esce dal temporale, il quale solleva l’aria calda e umida che si trova in prossimità del suolo. Quest’aria sollevandosi condensa e prende la forma della shelf cloud.

Le nubi accessorie
Schema dei venti che plasmano una shelf cloud

A seconda dell’intensità del temporale e dell’umidità presente ci sono diversi tipi di shelf.

In genere quando l’aria non è molto umida la base della shelf è piuttosto alta; quando invece l’aria di partenza è particolarmente ricca di umidità la shelf cloud può presentarsi con una base praticamente rasoterra. Inoltre, se le correnti interne al temporale sono molto potenti, la shelf cloud si presenta con un aspetto molto turbolento con svariati “brandelli” di nube che condensano e si muovono sotto la sua base.

Shelf cloud a base alta
Shelf cloud rasoterra

La shelf cloud non porta fenomeni particolari in sé, ma il suo arrivo è generalmente accompagnato dalle raffiche associate ai rovesci del temporale, ed è una zona in cui si scaricano molto frequentemente i fulmini nube-suolo.

I fractus

I brandelli di nube che si vedono sotto la base della shelf sono detti “scud cloud”, “fractus” o “fractocumuli”, e si formano per condensazione dell’aria in zone del temporale caratterizzate da forte turbolenza, quindi nelle aree in cui il temporale aspira aria dall’esterno oppure in prossimità dei rovesci.

Per capire se i fractus sono associati ad outflow, quindi ad aria che esce dalla nube o a inflow, cioè ad aria che entra nella nube, è importante osservare la loro evoluzione. Infatti quando questi tendono a salire e unirsi alla base del cumulonembo denotano correnti in ingresso nel temporale. Quando sono associati all’outflow invece, come nel caso dei fractus sotto la shelf cloud, tendono ad allontanarsi dalla nube.

Le nubi accessorie
Fractus associati ad outflow
Fractus associati a inflow

In alcuni casi i fractus possono anche essere in rotazione, ed è l’eventualità più pericolosa, perché significa che si trovano al di sotto di un mesociclone, nel punto in cui potrebbe formarsi un tornado.

Fractus in rotazione

La whale’s mouth

Nella parte inferiore e posteriore della shelf cloud ci sono delle formazioni nuvolose caratteristiche definite “whale’s mouth” o “bocca di balena”. Dopo il passaggio del fronte della shelf, quando cioè possiamo vedere il suo “soffitto”, appena prima che sopraggiungano i rovesci, possiamo notare un cielo molto turbolento, con le nubi che generalmente si muovono molto velocemente spinte in fuori e modellate dal forte vento in uscita dal temporale. La whale’s mouth è più sviluppata quanto più è alto il tasso di umidità dell’aria in prossimità del suolo.

Le nubi accessorie
Whale’s mouth

Roll cloud

Una nube simile come conformazione alla shelf cloud è la roll cloud, o nube a rullo. A differenza della shelf però non è collegata alla base del temporale. La roll cloud infatti viene spinta in fuori dai venti in uscita dalla nube temporalesca e letteralmente “rotola” davanti al temporale. Può anche precederlo di un bel pezzo ed essere seguita da una shelf cloud. In alcuni casi le roll cloud possono essere ancora presenti quando il temporale si è già dissipato, oppure formarsi in contesti non temporaleschi, come semplici fronti precipitativi o nelle zone di interazione tra masse d’aria con caratteristiche diverse.

Roll cloud

Il lowering

Il lowering è una formazione nuvolosa alla base del temporale che denota la zona in cui vi è un updraft abbastanza intenso. Non tutti i temporali hanno un lowering alla base, e gli stessi lowering possono avere conformazioni diverse; possono essere ad esempio irregolari e di dimensioni ridotte, oppure più estesi e compatti. possono anche avere alla loro estremità una coda detta inflow tail, che si forma nella zona in cui il vento di inflow entra nella nube. Il loro aspetto comunque è essenzialmente quello di un abbassamento della quota di condensazione delle nubi sotto la base del temporale.

Lowering con inflow tail

Questo abbassamento avviene principalmente perché nella zona di un updraft intenso viene aspirata sia l’aria calda e umida dell’inflow, che parte dell’aria più fredda proveniente dalle precipitazioni. Quest’ultima condensa ad una quota minore, poiché l’aria più fredda può contenere un minore quantitativo di vapore acqueo.

Lowering che aspira aria dall’esterno e dalle precipitazioni

La wall cloud

Un lowering organizzato, compatto, persistente e a volte circolare, alla base di una supercella, prende il nome di wall cloud. La wall cloud non si presenta mai sul bordo avanzante della supercella, ma, ponendo che il temporale si muova da Ovest verso Est, verrà a situarsi nella zona sud-orientale, sotto la base del mesociclone. In questa zona sono presenti fortissimi moti ascendenti, per cui in genere non si verificano precipitazioni, anche se a volte possono cadere alcuni grossi chicchi di grandine che si fanno strada tra le correnti ascensionali.

Non tutte le wall cloud ruotano, perché in alcune supercelle la rotazione della struttura rimane confinata alle quote superiori del mesociclone e non riesce a espandersi verso il basso, ma quelle che ruotano hanno più probabilità di sviluppare un tornado.

Le nubi accessorie
Wall cloud rotante e tornado

Tail cloud

La wall cloud può anche essere corredata di “tail cloud”, che rappresenta la traccia dell’aria proveniente dalle precipitazioni che viene aspirata dal mesociclone. Attenzione: tra le code nuvolose che entrano in un cumulonembo, solamente quelle associate a una wall cloud vengono definite tail cloud. Tutte le altre sono inflow tail.

Tail cloud molto pronunciata che pesca aria dai rovesci

Mammatus, knuckles e overshooting top

Sono formazioni nuvolose che si possono vedere nella parte alta delle strutture temporalesche, soprattutto di quelle più intense.

Le mammatus si presentano al di sotto dell’incudine e prendono la forma di tante piccole “gobbe” che fuoriescono, verso il basso, dall’incudine stessa. Si tratta di tanti piccoli rovesci di precipitazioni che evaporano poco dopo essere usciti dalla nube. Si possono vedere prima del sopraggiungere del temporale oppure dopo il suo passaggio, e possono occupare anche una grande porzione di cielo. Sono molto spettacolari al tramonto, momento in cui la luce del sole basso sull’orizzonte le colpisce di taglio, aumentando i contrasti e creando dei bellissimi giochi di luce.

Le nubi accessorie
Mammatus al tramonto

I knuckles invece sono delle protuberanze che si possono trovare alla sommità degli updraft più potenti, di solito nella parte sopravvento dell’incudine. Sono formati dalle diverse forti spinte delle correnti ascensionali che causano una rapida espansione dell’updraft. In genere, più knucles sono presenti nell’updraft del temporale, più il temporale è intenso.

Le nubi accessorie
Knuckles sull’incudine sopravvento di una supercella

Sempre alla sommità del cumulonembo si trova l’overshooting top. Si tratta di una “cupola” al di sopra del livello dell’incudine che si forma quando un updraft molto intenso riesce a sfondare la tropopausa, che in estate si trova a una quota tra i 10000 e i 12000 metri. L’updraft in questo caso entra per qualche centinaio di metri in stratosfera, per poi ricadere al livello dell’incudine.

Le nubi accessorie
Intenso updraft con overshooting top

La presenza di overshooting top e di knuckles indica che il temporale in questione molto probabilmente sta producendo grandine di dimensioni importanti, mentre la presenza delle mammatus non è specificamente correlata alla forza della cella temporalesca.

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