Tipi di temporali

L’unità costitutiva fondamentale di un temporale è la “cella convettiva”, formata da updraft e downdraft. Le diverse tipologie di temporali differiscono sia per l’interazione che avviene tra le due correnti, che per le interazioni tra diverse celle convettive.

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Per quanto riguarda il primo parametro, abbiamo due tipi fondamentali di cella temporalesca.

Celle ad asse verticale: si formano quando i venti, sia nei bassi strati che al suolo, sono deboli e di intensità costante. L’updraft sale pressoché verticalmente, quindi la corrente discendente occupa più o meno lo stesso “canale” di quella ascendente, risultando in un disturbo della stessa. Queste celle in genere non durano molto proprio perché il downdraft va a tagliare il rifornimento di aria caldo-umida che fa da carburante per l’updraft. Perciò quando la struttura del temporale rimane senza rifornimento di aria calda, e viene perciò a mancare l’inflow, diventa completamente dominata dall’outflow e collassa nel giro di poco tempo.

Tipi di temporali
Schema di una cella ad asse verticale

Celle ad asse obliquo: si formano quando i venti diventano più forti via via che si sale di quota. In questo caso l’updraft sale inclinandosi nella direzione del vento, portando il downdraft a essere nettamente separato dalla corrente ascendente. Updraft e downdraft non si disturbano a vicenda come nelle celle ad asse verticale, e le aree di inflow e outflow al suolo sono separate e piuttosto ben identificabili. La base dell’updraft, verso cui si dirige il vento di inflow, si presenta infatti libera da precipitazioni e viene quindi definita anche rain-free base. Questo tipo di celle possono durare molto di più delle celle ad asse verticale e generalmente sono associate a fenomeni decisamente più forti, grazie al maggiore grado di organizzazione che una struttura del genere può raggiungere.

Tipi di temporali
Schema di una cella ad asse obliquo

Organizzazione delle celle convettive

Per quanto concerne l’organizzazione delle celle convettive, i temporali possono distinguersi in due categorie: cella singola, in cui il temporale è formato da una sola cella convettiva (e il suo ciclo vitale dipende dalla durata della cella) e multicella, che è un sistema temporalesco formato da più celle convettive, le quali possono organizzarsi in cluster o in linee ed essere presenti nel sistema in differenti stadi evolutivi.

Le multicelle possono essere di diversi tipi, a seconda dell’organizzazione che assumono le celle convettive al loro interno. Le tipologie principali sono tre: PULSE STORM, SQUALL LINE e SISTEMI CONVETTIVI A MESOSCALA.

Pulse storm

Un Pulse storm è un sistema a cluster multicellulare, quasi sempre formato da celle ad asse verticale. Si tratta di un sistema temporalesco “pulsante”, perché le celle al suo interno si avvicendano nel raggiungere la maturità. Si avranno quindi celle ormai senescenti e in dissipazione, celle mature e celle giovani in rapida crescita, con un meccanismo di continua rigenerazione che perdura finché rimane energia a disposizione sotto forma di aria calda e umida. La maggior parte dei temporali che si sviluppano in estate in Italia sono di questo tipo.

Esempio di pulse storm

Squall line

Le squall line, chiamate anche “quasi linear convective system” o QLCS, sono sistemi multicellulari lineari, formati cioè da più celle convettive disposte in una linea. A differenza delle multicelle del tipo pulse storm, che sono semi-stazionarie, hanno una precisa direzione di spostamento, e possono muoversi anche molto velocemente generando forti venti al suolo. Molti temporali di questo tipo presentano sul loro lato avanzante la caratteristica “shelf cloud”, o nube a mensola, una nube accessoria che si forma grazie al rapido sollevamento dell’aria calda presente al suolo davanti al temporale ad opera dell’aria fredda che invece esce dal temporale.

Esempio di squall line

Sistemi convettivi a mesoscala

I sistemi temporaleschi a mesoscala, o mesoscale convective system (MCS), hanno un’estensione territoriale più ampia delle multicelle classiche. Sono infatti composti dall’unione di più cluster di multicelle e si formano in condizioni di instabilità diffusa ma con correnti, sia in quota che al suolo, piuttosto blande. Una situazione piuttosto classica in Italia è la formazione nelle ore serali di questi grossi ammassi temporaleschi tra Piemonte e Lombardia oppure sugli Appennini. Gli MCS sono di solito caratterizzati da abbondanti precipitazioni e da un’intensa attività elettrica. Proprio per la loro struttura, i sistemi a mesoscala possono avere una durata temporale anche molto ampia; spesso durano anche tutta la notte.

Immagine satellitare di un MCS