Violente grandinate al nord, ma non solo

Violente grandinate al nord
Gli effetti della grandinata a Crema

La fase estremamente calda che ha caratterizzato quest’ultima parte di maggio, si è conclusa con violente grandinate al nord e al centro Italia. Dopo alcuni giorni con temperature oltre i 30 gradi su buona parte d’Italia, con picchi addirittura superiori ai 37 gradi in Toscana, l’ingresso di aria più fredda in quota ha fornito l’innesco per violenti temporali. I fulmini avvenuti nella sola giornata di ieri 28 maggio, in Italia, sono stati infatti oltre 70 mila!

I temporali più intensi si sono generati nel nord ovest Italia. Intorno alle 17 di ieri, due supercelle formatesi una in provincia di Bergamo e l’altra in quella di Milano, hanno prodotto grandine di grosse dimensioni nel loro moto verso sud. La grandinata più terribile è avvenuta nei dintorni di Crema, dove i chicchi hanno raggiunto addirittura i 6-7cm di diametro; qui la grandine ha distrutto i vetri di centinaia di auto. Altre grandinate, sebbene con diametri un po’ più piccoli (4-5cm) sono avvenute a sud di Bergamo e nel pavese.

Violente grandinate al nord
Grandine a Crema, foto che ci manda Nicol Beatrice Cifelli

Tra tardo pomeriggio e sera si sono poi formati intensi temporali in Piemonte. Questi hanno causato grandinate di media taglia su alcune zone del torinese e vercellese, e grandine di grossa taglia sull’alessandrino. In particolare Tortona è stata investita da grandine fino a 5cm di diametro, con danni e accumuli importanti, tant’è che questa mattina vi erano ancora 10/20cm di strato sulle strade. Grandine di 4-5cm di diametro anche a Clavesana nel cuneese.

Violente grandinate al nord
Tortona, grandine accumulata da uno spalaneve, ancora presente nella mattina seguente

Per quanto riguarda il centro Italia, da segnalare grandine di medie grosse dimensioni (4-5cm) a sud di Campobasso e nei pressi di Gubbio.

Purtroppo grandinate di queste dimensioni, a causa del riscaldamento globale, sono sempre più frequenti, anche ad inizio estate. Le temperature sempre più calde forniscono infatti il serbatoio di calore che alimenta i temporali e la dimensione della grandine è direttamente correlata all’energia in gioco. Per approfondire ne abbiamo parlato in questo articolo sul CAPE (l’energia a disposizione dei temporali).

Stefano Salvatore

Mi occupo di divulgazione scientifica nel campo della meteorologia e di analisi tecniche su eventi temporaleschi.

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